La responsabilità politica
L’Italia è il paese più ricercato e desiderato al mondo, non potrebbe essere altrimenti grazie ad arte, cultura, paesaggi e buon cibo, eppure nella classifica dei paesi più visitati scendiamo all’ottavo posto (dietro addirittura alla Thailandia).
La differenza di 7 posizioni dovrebbe allarmare Istituzioni ed operatori del settore, vista la deludente performance, eppure sui giornali troviamo delle dichiarazioni trionfalistiche di esponenti istituzionali sul boom del turismo in Italia.
In realtà l’unico boom di cui si ha percezione è quello relativo agli aumenti dei costi e dei prezzi a carico dei turisti, conseguenti, il più delle volte, di una pregiudiziale che la politica e le amministrazioni territoriali hanno nei confronti del turismo.
Il turista è infatti identificato come un nemico dell’ambiente, della quiete dei residenti del centro storico e del patrimonio artistico, al punto che in nessuna altra parte del mondo occidentale il turista è penalizzato e destinatario di costi e balzelli imposti dallo Stato e dalle amministrazioni locali.
Abbiamo dato spazio a tutta la fantasia italiana per poter rendere la vita difficile al turista, creando tasse di ogni genere, tassa di soggiorno, tassa di sbarco, tassa di ingresso, ticket turistico, tassa pedonale, solo per citarne alcune.
In questi anni poi, alla tassazione generale, si è aggiunta una larga discrezionalità delle amministrazioni locali con il proliferare del federalismo fiscale, che ha peggiorato ulteriormente la situazione.
In conclusione, nessun politico dovrebbe autocelebrarsi per i risultati del turismo, al contrario dovrebbero chiedere scusa per gli scarsi risultati raggiunti, nonostante la fortuna di governare il Paese con il maggior patrimonio artistico e paesaggi unici al mondo.